Full Characterization of the First 1 Inch Industrial Prototype of a New Concept Photodetector

The VSiPMT (Vacuum Silicon PhotoMultiplier Tube) is an original design for an innovative light detector we proposed with the aim to create new scientific instrumentation for industrial applications and physics research. The idea behind this device is to replace the classical dynode chain of a photomultiplier tube with a silicon photomultiplier, the latter acting as an electron detector and amplifier. The VSiPMT offers very attractive features and unprecedented performance, definitely superior to every other photodetector with comparable sensitive surface, such as: negligible power cosumption, excellent photon counting, easy low-voltage-based stabilization and very good time performance. After the feasibility test of the idea, Hamamatsu Photonics realized for our research group two VSiPMT industrial prototypes, that have been fully characterized. The results of the full characterization of the 1-inch industrial prototype are presented in this work.Comment: 11 pages, 14 figure

Towards a new generation of photodetectors: The VSiPMT

The VSiPMT (Vacuum Silicon PhotoMultiplier Tube) is an innovative design we launch for a revolutionary hybrid photon detector. The main idea is to replace the classical dynode chain of a PMT with a SiPM, which therefore acts as an electron detector and amplifier. The aim is to match the large sensitive area of a photocathode with the performances of the SiPM technology. The VSiPMT will have many attractive features and its strongest points are the low power consumption and the excellent photon-counting capability. We proved the feasibility of the idea thanks to an R&D project, started with a Geant4-based simulation study and carried on with an essential experimental activity where we tested the performances of a special non-windowed MPPC by Hamamatsu as electron detector and current amplifier. In this work, we present the results of the full characterization of the first industrial prototypes of VSiPMT

A privacy-friendly game-theoretic distributed scheduling system for domestic appliances

open3Game-theoretic Demand Side Management (DSM) systems have been investigated as a decentralized approach for the collaborative scheduling of the usage of domestic electrical appliances within a set of households. Such systems allow for the shifting of the starting time of deferrable devices according to the current energy price or power grid condition, in order to reduce the individual monthly bill or to adjust the power load experienced by the grid while meeting the users’ preferences about the time of use. The drawback of DSM distributed protocols is that they require each user to communicate his/her own energy consumption patterns to the other users, which may leak sensitive information regarding private habits. This paper proposes a distributed Privacy-Friendly DSM system which preserves users’ privacy by integrating data aggregation and perturbation techniques: users decide their schedule according to aggregated consumption measurements perturbed by means of Additive White Gaussian Noise (AWGN). We evaluate the noise power and the size of the set of users required to achieve a given privacy level, quantified by means of the Kullback-Leibler divergence. The performance of our proposed DSM system are compared to the ones obtained by a benchmark system which does not support privacy preservation in terms of social cost, peak demand and convergence time. Results show that privacy can be preserved at the cost of increasing the peak demand and the number of game iterations, whereas social cost is only marginally incremented.C Rottondi; A Barbato; G VerticaleRottondi, CRISTINA EMMA MARGHERITA; Barbato, Antimo; Verticale, Giacom

Testing Prison Inmates for Entrepreneurial Aptitude

A pilot study of prison inmates was conducted to measure their entrepreneurial aptitude, with the objective of determining whether self-employment training/or such inmates would be of value. Statistical analysis of the collected aptitude data , measured by Miner Sentence Completion Scale-Form T testing of task motivation, indicates that these inmates have such a propensity, at a level comparable to or higher than samples of currently practicing  entrepreneurs. Since a major cause of inmate recidivism is the inability of ex-convicts to obtain employment, then if prison inmates have significant entrepreneurial propensity, it follows that self-employment should be considered a valid alternative path for ex-convicts. Self-employment training would facilitate inmates’ movement along this path.  Further, and more probing, research is suggested

Italian adaptation of the MOQ-T as a fast screening instrument based on teachers' ratings for identifying developmental coordination disorder symptoms

The present study was designed to collect data on the Italian adaptation of the Motor Observation Questionnaire for Teachers (MOQ-T, Schoemaker, Flapper, Reinders-Messelink, & De Kloet, 2008). We provide data for 2nd, 3rd, 4th and 5th grades, in some cases distinguishing males from females. On the basis of the present and previous evidence (Giofrè et al., 2014) the MOQ-T appears a valid and a fast screening instrument for detecting developmental coordination disorders (DCD) symptoms (on the basis of teachers' ratings) in children and can be very important as a first step in the process for diagnosing DCD

ROSSINI SERIO ET LA REGIA CRITICA EN ITALIE: RONCONI, PIZZI, PIER'ALLI

Il nostro lavoro di ricerca ha come oggetto lo studio della regia contemporanea delle opere serie di Rossini, un repertorio a lungo dimenticato e sottovalutato a beneficio del repertorio buffo del compositore stesso, e che, dagli anni Ottanta del ventesimo secolo, ha ritrovato il suo spazio sulle scene dei principali teatri e festival italiani e stranieri. Se le opere serie di Rossini sono state rivalutate positivamente dalla critica e dal pubblico, lo si deve ad un\u2019intensa operazione di ricostituzione filologica degli spartiti rossiniani, dovuta alla volont\ue0 dei dirigenti della Fondazione Rossini - l'ente che si occupa del patrimonio del compositore - e alla creazione del Rossini Opera Festival, che ha come obiettivo la trasposizione scenica delle opere rossiniane riscoperte nella loro versione musicale originale. In alcuni casi, il recupero di opere dimenticate ha avuto un successo sporadico, la riscoperta rossiniana si \ue8 invece rapidamente imposta come un fenomeno solido e durevole, che ha ricevuto un tale consenso che i critici lo hanno denominato Rossini-Renaissance. Si pu\uf2 effettivamente considerare che quella del compositore di Pesaro sia una vera e propria resurrezione, nella misura in cui il lavoro svolto in questo ambito dai musicologi ha dato vita a un interesse crescente verso questo vasto settore della produzione rossiniana, da parte del pubblico, della critica, e in particolare dei registi, che hanno svolto un ruolo molto importante in questo processo. La nostra tesi discute, infatti, l'affermazione della mancanza di drammaticit\ue0 e di spettacolarit\ue0 di cui \ue8 stata accusata questa parte del repertorio rossiniano, e si propone di analizzare la sua capacit\ue0 di essere messa in scena. Con questo obiettivo, abbiamo analizzato la relazione che questo specifico repertorio intrattiene, in generale, con regia contemporanea e, in particolare, con la lettura scenica proposta in Italia dalla linea interpretativa comunemente chiamata \u201cregia critica\u201d. Nata negli anni Cinquanta, essa consiste, per citare la definizione data da Giorgio Strehler, in una \u201cinterpretazione dello spirito\u201d che ha presieduto alla genesi drammatico-musicale e alla creazione scenica dell\u2019opera, filtrato attraverso lo sguardo del regista contemporaneo. \uc8 importante notare che la \u201cregia critica\u201d non deve essere considerata come una vera e propria corrente registica, ma piuttosto come modo complesso di affrontare l\u2019opera, sia essa una commedia in prosa o un dramma in musica. Tra i vari esponenti della \u201cregia critica\u201d, abbiamo scelto di concentrare la nostra attenzione su tre registi italiani dai percorsi professionali e dagli stili molto diversi, Luca Ronconi, Pier Luigi Pizzi e Pier'Alli, che hanno lavorato sui tre fronti della produzione di Rossini, buffo, serio e semi-serio. Attivi tra gli anni Sessanta e oggi, questi tre artisti sono accomunati da un interesse costante per i nuovi linguaggi scenici e condividono il desiderio di fare del teatro lirico un terreno di ricerca fecondo e ingegnoso, proponendo delle regie sempre innovative e in linea con lo spartito e con il libretto. Attraverso l'analisi delle loro estetiche teatrali applicate alle opere serie di Rossini, abbiamo cercato di rispondere alle tante domande sollevate dalla messa in scena di questa particolare drammaturgia musicale. Dapprima, ci siamo chiesti in che modo questi artisti sono riusciti a creare, attraverso i loro spettacoli, una familiarit\ue0 tra il pubblico moderno e queste opere poco note. Le nostre ricerche ci hanno portato a supporre che i registi si siano interrogati sul divario che esiste tra il tempo della creazione delle opere e il tempo attuale della loro rappresentazione e della loro ricezione. Dato che lo scopo di mettere in scena un'opera del passato \ue8 di fare in modo che essa presenti dei contenuti sensibili per il pubblico odierno, ci siamo chiesti se le opere serie di Rossini possono ancora, oggi, avere un "senso", qual \ue8 questo "senso" che esse possono ancora suscitare e come lo si possa rendere percepibile per il pubblico contemporaneo. Ci\uf2 conduce ad un\u2019altra questione relativa alla "fedelt\ue0" e alla "libert\ue0" del regista rispetto all\u2019opera originale, poich\ue9 nel teatro lirico la musica e l\u2019ordine delle scene non possono essere modificati, come avviene nel teatro drammatico. Ma la fedelt\ue0 e la libert\ue0 possono coesistere nello stesso spettacolo? E a che cosa si deve essere fedeli, dato che l'autenticit\ue0 dell\u2019originale non \ue8 sempre accertata ? E la libert\ue0 dei registi, che essi considerano spesso legittima a causa delle versioni rivedute, tradotte o riscritte dell\u2019opera originale, ha dei limiti? Se l\u2019esattezza filologica e storiografica sono degli elementi fondamentali per i musicologi attuali e per gli storici del teatro, esse non sono sempre altrettanto importanti per i registi, che si configurano come dei " secondi creatori ", trasferendo, a volte, nel teatro lirico delle innovazioni sceniche e delle estetiche inesistenti al momento della creazione dell\u2019opera, e delle nuove drammaturgie - realistiche o d\u2019invenzione - non standardizzate nell'ambito delle convezioni tradizionalmente legate al genere lirico. Queste problematiche ci hanno portati naturalmente ad interrogarci circa l'esistenza di un approccio registico "filologico", paragonabile alla ricostruzione filologica delle partizioni, nella prospettiva in cui la regia cerca, se non di ritornare al testo di scena autografo (talvolta difficilmente reperibile e che solleva la questione delle tracce lasciate dalla prima rappresentazione), ma di ricostituire lo 'spirito' dell\u2019opera come l'autore l\u2019aveva pensata e composta. Uno dei presupposti della nostra ricerca \ue8 di dimostrare che questo \ue8 esattamente l'atteggiamento dei \u201cregisti critici\u201d. Abbiamo quindi cercato di ripercorrere le tappe di questi ultimi, in particolare di Ronconi, Pizzi e Pier'Alli, di cui abbiamo inizialmente studiato il percorso formativo e la loro produzione artistica in diversi settori spettacolari. Abbiamo proseguito con lo studio delle opere drammatiche rossiniane e delle loro fonti, che ci hanno permesso di affrontare ermeneuticamente i libretti, considerati come un canovaccio su cui si sviluppano lo spartito musicale del compositore, e in seguito il \u201ctesto scenico\u201d del regista. Dopo aver preso coscienza delle possibilit\ue0 interpretative intrinseche alla musica, abbiamo studiato gli spettacoli, realizzati da tali artisti, nella loro diversit\ue0 semantica: l\u2019interpretazione dell\u2019azione scenica, l\u2019organizzazione visiva delle scenografie, lo stile dei costumi, la scenotecnica, la gestualit\ue0 e la prossemica dei cantanti / attori, le luci. Ci siamo basati principalmente sulle dichiarazioni degli intenti dei registi, sugli studi critici che li riguardano e sui materiali visivi esistenti su questi spettacoli (foto di scena, bozzetti, video).The purpose of the present study is to investigate the contemporary direction of Rossini's opere serie. Long forgotten and even underestimated in favour of the composer\u2019s comic production, this repertoire was rediscovered and revalued in the 1980s, thanks to many musicological and philological surveys, which represent an essential condition to its return to the stages. Due to the commitment of the Fondazione Rossini and to the creation of the Rossini Opera Festival - whose primary objective is the production of operas in their original musical version - Rossini\u2019s opere serie have been positively appraised by critics and the public, thus giving birth to the so-called Rossini Renaissance. In the dissertation we accurately discuss the affirmation of Rossini\u2019s opera seria non-dramatic power and we analyse its faculty to be represented. In order to do so, we assess the relation between this particular repertoire and a specific way of interpreting operas and plays, the so-called regia critica, which made its debut in Italy in 1950. Regia critica is a problematic term because it doesn\u2019t designate a real directing \u201ccurrent\u201d, but an interpretation of the \u201cspirit\u201d that leads to the genesis and to the stagey creation, through the point of view of contemporary artists. Among the outstanding personalities of this way of interpreting operas and plays, we focused our research on three Italian directors who worked on the three fronts of the composer\u2019s production, serio, buffo and semi-serio: Luca Ronconi, Pier Luigi Pizzi and Pier\u2019Alli. Through the analysis of their theatrical aesthetic applied to Rossini's opere serie, we tried to answer the many questions raised by the production of this particular musical dramaturgy, and specifically to the problem of the actualization of ancient operas.Cette th\ue8se est une \ue9tude de la mise en sc\ue8ne contemporaine des opere serie de Rossini, longtemps oubli\ue9s et sous-estim\ue9s au profit du r\ue9pertoire buffo du compositeur, qui, \ue0 partir des ann\ue9es quatre-vingt du vingti\ue8me si\ue8cle, ont \ue9t\ue9 red\ue9couverts et r\ue9\ue9valu\ue9s gr\ue2ce un profond travail musicologique de nature philologique, fondement essentiel de leur retour sur les sc\ue8nes. C\u2019est notamment gr\ue2ce \ue0 la volont\ue9 des dirigeants de la Fondazione Rossini et \ue0 la cr\ue9ation du Rossini Opera Festival, dont l\u2019objectif premier est la transposition sc\ue9nique des \u153uvres red\ue9couvertes dans leur version musicale originale, que les opere serie rossiniens ont \ue9t\ue9 r\ue9\ue9valu\ue9s de fa\ue7on positive par les critiques et par le public, et que le ph\ue9nom\ue8ne commun\ue9ment appel\ue9 la Rossini-Renaissance a vu le jour. La th\ue8se discute l\u2019affirmation de non-drammaticit\ue0 de cette partie du r\ue9pertoire rossinien, et veut analyser sa facult\ue9 \ue0 \ueatre repr\ue9sent\ue9. Pour cela on a privil\ue9gi\ue9 l\u2019\ue9tude du rapport que ce r\ue9pertoire \u2018oubli\ue9\u2019 entretient avec une lecture sc\ue9nique sp\ue9cifique, celle propos\ue9e en Italie par la reg\ueca critica \ue0 partir de 1950. Reg\ueca critica est un terme probl\ue9matique qui ne d\ue9signe pas \ue0 proprement parler un \uab courant \ubb de mise en sc\ue8ne, mais une interpr\ue9tation de \u2018l\u2019esprit\u2019 qui a pr\ue9sid\ue9 \ue0 la gen\ue8se et \ue0 la cr\ue9ation sc\ue9nique de l\u2019\u153uvre, \ue0 travers le regard d\u2019artistes contemporains. Parmi les personnalit\ue9s les plus marquantes de la reg\ueca critica, nous avons focalis\ue9 notre recherche sur trois metteurs en sc\ue8ne italiens, Luca Ronconi, Pier Luigi Pizzi et Pier\u2019Alli qui ont interrog\ue9 les diff\ue9rents fronts du r\ue9pertoire du compositeur, et ont m\ueame propos\ue9 diverses mises en sc\ue8ne d\u2019un m\ueame opera seria. \uc0 travers l\u2019analyse de leurs esth\ue9tiques sc\ue9niques appliqu\ue9es aux opere serie de Rossini, la th\ue8se essaie de r\ue9pondre aux nombreuses questions soulev\ue9es par la mise en sc\ue8ne de cette dramaturgie musicale particuli\ue8re, et plus sp\ue9cifiquement \ue0 la question de l\u2019actualisation des \u153uvres lyriques du pass\ue9

A Preliminary 1D-3D Analysis of the Darmstadt Research Engine under Motored Condition

In the present paper, 1D and 3D CFD models of the Darmstadt research engine undergo a preliminary validation against the available experimental dataset at motored condition. The Darmstadt engine is a single-cylinder optical research unit and the chosen operating point is characterized by a revving speed equal to 800 rpm with intake temperature and pressure of 24 \ub0C and 0.95 bar, respectively. Experimental data are available from the TU Darmstadt engine research group. Several aspects of the engine are analyzed, such as crevice modeling, blow-by, heat transfer and compression ratio, with the aim to minimize numerical uncertainties. On the one hand, a GT-Power model of the engine is used to investigate the impact of blow-by and crevices modeling during compression and expansion strokes. Moreover, it provides boundary conditions for the following 3D CFD simulations. On the other hand, the latter, carried out in a RANS framework with both highand low-Reynolds wall treatments, allow a deeper investigation of the boundary layer phenomena and, thus, of the gas-to-wall heat transfer. A detailed modeling of the crevice, along with an ad hoc tuning of both blow-by and heat fluxes lead to a remarkable improvement of the results. However, in order to adequately match the experimental mean in-cylinder pressure, a slight modification of the compression ratio from the nominal value is accounted for, based on the uncertainty which usually characterizes such geometrical parameter. The present preliminary study aims at providing reliable numerical setups for 1D and 3D models to be adopted in future detailed investigations on the Darmstadt research engine